Ha una strategia di impollinazione altamente sofisticata, ma è una pianta antica e puzza di cadavere (anche il fetore, tuttavia, è parte della sua strategia).
Basta alzare lo sguardo verso le falesie calcaree che sovrastano il Sentiero di Gandria per scoprire il pero corvino.
È uno dei primi fiori della primavera, sembra un’erbaccia piuttosto comune, ma il suo nome ricorda i lontani deserti dell’Arabia.
La Sesleria caerulea (L.) Ard., comune erba della famiglia delle Poaceae, a prima vista passa inosservata. Chiamata anche sesleria azzurra o codino azzurro, è una delle poche erbe a possedere un po’ di colore, oltre al tipico verde.
BirdLife Svizzera lo ha designato Uccello dell’anno 2017, in qualità di ambasciatore per la campagna Biodiversità in città. Grazie ai fondali del Cassarate per lunghi tratti non cementificati e la rinaturazione della foce, questo uccellino particolare ha ritrovato un ambiente a lui propizio anche in centro città.
Comunemente è chiamato erba amara dei boschi o tanaceto di Clusius, ma per la maggior parte di noi è una semplice margherita. Chi pensa che le “margherite” siano un fiore banale, cambierà idea leggendo la scheda…
Per il suo odore fetido, che ricorda la cimice, meriterebbe un posto nel Giardino degli odori di Villa Saroli. Ma si trova lungo il Sentiero il Gandria. E non a caso.
Fiorisce generosamente tra maggio e agosto lungo il Sentiero di Gandria. Ha un aspetto famigliare, ma è una specie potenzialmente minacciata.
È cugino dell’aglio che mangiamo, i suoi capolini rosa porpora sembrano posti accanto al Sentiero di Gandria per decorarlo.
Per l’occhio profano è un fiore molto grazioso e molto comune. Per l’occhio esperto è un fiore raro che, ancora una volta, racconta la straordinarietà ecologica del Sentiero di Gandria.