L’olmo campestre

È una pianta dal carattere pieno di contraddizioni: fruttifica ancor prima di mettere le foglie, tollera senza problemi lunghi periodi di siccità e mesi di inondazione, ha un legno molto duro ma è un pessimo combustibile, è molto longevo ma sensibile alla grafiosi, che lo condanna a sopravvivere sotto forma di cespuglio o giovane alberello, uccidendolo non appena raggiunge qualche metro di altezza. La presenza dell’olmo campestre (Ulmus minor) lungo il Sentiero di Gandria è un’ulteriore testimonianza della sorprendente diversità di specie legnose del luogo.

Veronica cymbalaria, una specie nuova per la Svizzera

Come ogni creatura che popola la terra, anche le piante migrano. A causa del clima sempre più mite, negli ultimi anni numerose specie mediterranee hanno raggiunto la Svizzera. Sul loro percorso alla conquista del nord, approdano dapprima in Ticino, dove trovano temperature sempre più favorevoli. Il primo ritrovamento in Ticino della veronica a foglie di cimbalaria, fiorellino comune lungo le coste mediterranee, è avvenuto proprio al Sentiero di Gandria, in primavera del 2019.

Il messaggero della primavera

Primo cespuglio indigeno a fiorire, il corniolo (Cornus mas L.) è considerato il messaggero della primavera. Accompagna l’essere umano dalla notte dei tempi, le prime tracce del suo uso in Europa risalgono infatti a 11’000 anni a.C.. Del corniolo si adoperava ogni parte: i fiori, le foglie, la corteccia ma soprattutto il legno e i frutti. Ad esempio, i contadini ticinesi, un tempo, utilizzavano il suo legno molto duro per fare i denti dei rastrelli e con le sue bacche, che maturano durante l’estate, facevano la marmellata.

Il polipodio sottile

A prima vista lo si confonde con il polipodio comune o felce dolce (Polypodium vulgare L.), specie a cui assomiglia molto e che è assai diffusa sul nostro territorio. Il Polypodium interjectum Shivas tuttavia è una felce molto più rara e, in tempi recenti, è stata segnalata in Ticino solo al Sasso di Gandria e nel basso Malcantone.

Vive di nulla, ma per sempre

Il semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum L.) è una delle poche specie succulenti della Svizzera. Come i cactus, immagazzina l’acqua nei propri tessuti riuscendo così a sopravvivere a lunghi periodi di siccità. Usata sin dall’Antichità come pianta ornamentale, medicinale e magica, cura dalle affezioni cutanee e congiuntivali e, secondo le leggende, protegge dai fulmini i tetti sui quali cresce.

Attenzione caduta cactus

Vera e proprio icona del Sentiero di Gandria, il fico d’India di Engelmann (Opuntia engelmannii Salm-Dyck), illustra esemplarmente le condizioni ambientali estreme, quasi desertiche, che regnano in alcuni tratti del percorso. Introdotta parecchi decenni fa, questa specie di origine nord americana colonizza ormai una fetta importante del Sasso di Gandria.

Tamus communis

Quando d’autunno i fusti rampicanti del tamaro sono ormai rinsecchiti, rimangono solo delle inconfondibili ghirlande di bacche rosse, quasi fossero prodotte dagli arbusti sui quali si arrampica.

L’erba amata dagli ecologi

Agli occhi di un passeggiatore qualsiasi non è che un’erba come tante altre, eppure è una delle piante più rare del Sentiero di Gandria.

Asperula purpurea

Bisogna guardarla due volte per accorgersi della sua bellezza. Se da lontano si notano solo i verdi ciuffetti dall’aria tenue e delicata, è osservata da vicino che rivela tutta la sua grazia, fatta di un merletto di foglie sottilissime, intercalate da una pioggia di stelline purpuree a quattro punte.

L’occhio di bue

Dove fiorisce, la natura sta bene. Specie tipica dei prati secchi e dei margini boschivi termofili, il Buphthalmum salicifolium L. ha bisogno di un habitat intatto e della gestione poco intensiva per crescere florido, come al Sentiero di Gandria, dove negli ultimi anni ha ricominciato a fiorire abbondantemente.