La lunaria annua

Gli alchimisti credevano potesse trasformare il mercurio in argento, i francesi la chiamano moneta del papa e per gli anglosassoni è simbolo di benessere e prosperità. Scappata dai giardini nei quali è coltivata come pianta ornamentale, dalle nostre parti la Lunaria annua L. è inselvatichita e colonizza bordi di strade e sentieri. Alcuni ne mangiano le foglie in insalata o impiegano i semi, ricchi in sostanze benefiche per il cervello, per preparare salse piccanti simili alla senape.

Il carpino nero

Gli ostrieti del Monte Generoso, del San Salvatore e del Monte Brè rappresentano il limite nord occidentale dell’areale di distribuzione naturale del carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.). Dal Ticino, la specie si estende fino al Caucaso, passando dall’Appennino alla penisola balcanica fino alla Turchia. Questi boschi, senza dubbio i più ricchi in specie del Ticino, erano un tempo favoriti dall’attività umana. Gestito a ceduo, il carpino nero forniva in abbondanza un ottimo legno combustibile.

Il dente di leone insubrico

Specie rara con areale di ripartizione ristretto, il  Leontodon incanus subsp. tenuiflorus Schinz & R. Keller è diffuso soltanto lungo il bordo meridionale delle Alpi tra la Lombardia e il Goriziano in Slovenia. La Svizzera ha un’elevata responsabilità per la sua conservazione, in ragione delle popolazioni presenti sulle rocce calcaree del Sottoceneri, come ad esempio lungo il sentiero di Gandria, dove fiorisce a inizio primavera.

Veronica cymbalaria, una specie nuova per la Svizzera

Come ogni creatura che popola la terra, anche le piante migrano. A causa del clima sempre più mite, negli ultimi anni numerose specie mediterranee hanno raggiunto la Svizzera. Sul loro percorso alla conquista del nord, approdano dapprima in Ticino, dove trovano temperature sempre più favorevoli. Il primo ritrovamento in Ticino della veronica a foglie di cimbalaria, fiorellino comune lungo le coste mediterranee, è avvenuto proprio al Sentiero di Gandria, in primavera del 2019.

Il messaggero della primavera

Primo cespuglio indigeno a fiorire, il corniolo (Cornus mas L.) è considerato il messaggero della primavera. Accompagna l’essere umano dalla notte dei tempi, le prime tracce del suo uso in Europa risalgono infatti a 11’000 anni a.C.. Del corniolo si adoperava ogni parte: i fiori, le foglie, la corteccia ma soprattutto il legno e i frutti. Ad esempio, i contadini ticinesi, un tempo, utilizzavano il suo legno molto duro per fare i denti dei rastrelli e con le sue bacche, che maturano durante l’estate, facevano la marmellata.

Il polipodio sottile

A prima vista lo si confonde con il polipodio comune o felce dolce (Polypodium vulgare L.), specie a cui assomiglia molto e che è assai diffusa sul nostro territorio. Il Polypodium interjectum Shivas tuttavia è una felce molto più rara e, in tempi recenti, è stata segnalata in Ticino solo al Sasso di Gandria e nel basso Malcantone.

Vive di nulla, ma per sempre

Il semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum L.) è una delle poche specie succulenti della Svizzera. Come i cactus, immagazzina l’acqua nei propri tessuti riuscendo così a sopravvivere a lunghi periodi di siccità. Usata sin dall’Antichità come pianta ornamentale, medicinale e magica, cura dalle affezioni cutanee e congiuntivali e, secondo le leggende, protegge dai fulmini i tetti sui quali cresce.

Il nostro sabato con le zucche

C’era la torre, c’erano due principesse e c’erano tante, tantissime zucche. Guarda le foto di sabato 22 settembre al Parco del Tassino.

L’occhio di bue

Dove fiorisce, la natura sta bene. Specie tipica dei prati secchi e dei margini boschivi termofili, il Buphthalmum salicifolium L. ha bisogno di un habitat intatto e della gestione poco intensiva per crescere florido, come al Sentiero di Gandria, dove negli ultimi anni ha ricominciato a fiorire abbondantemente.