La sua presenza lungo il Sentiero di Gandria ci riporta alla macchia mediterranea e, nel tempo, alle molte teste coronate di alloro. Scopriamo questo albero nobile, dai molti usi e dalla storia lunga e affascinante.
Breve ritratto della cedracca comune, una tra le più graziose felci dei muri, che ha una facoltà a dir poco sorprendente.
Carico di significati simbolici, pieno di virtù medicinali, versatile negli usi e molto longevo, al melograno non manca nulla per essere una pianta fra le più celebri al mondo. Fiorisce e fruttifica anche da noi, per esempio al Sentiero di Gandria, dove è coltivato per scopi ornamentali.
Durante la passeggiata che porta a Gandria, salta all’occhio il colore blu ciano di un fiordaliso poco frequente in Svizzera ma disseminato lungo tutto il sentiero. È il fiordaliso di Trionfetti (Centaurea triumfettii All.)
È un’erbaccia modesta, dei ruderi e dei terreni argillosi, eppure le sono attribuite virtù mirabolanti, come la cura della “melanconia dell’ipocondriaco” e addirittura la longevità.
Negli ambienti cespugliati e nei boschi del Sentiero di Gandria, i ciuffi solitari dell’erba limona comune si notano da lontano.
Pianta di origine mediterranea, il Muscari comosum fiorisce tra aprile e maggio lungo il Sentiero di Gandria. Ha un’infiorescenza simpatica dalle forme stravaganti e un bulbo che, nella cucina dell’Italia meridionale, è ritenuto una vera prelibatezza.
Appartiene all’illustre famiglia delle Cyperaceae, di cui fa parte anche il papiro. La si trova, numerosa, lungo il Sentiero di Gandria.
È una pianta comune con un fiore molto grazioso, ma i suoi semi, se ingeriti in quantità, possono provocare una grave malattia: il latirismo, causa di morte del famoso avventuriero Christopher McCandless, la cui storia è narrata dal film Into the Wild.
Ha una strategia di impollinazione altamente sofisticata, ma è una pianta antica e puzza di cadavere (anche il fetore, tuttavia, è parte della sua strategia).