La presenza di un grosso cespuglio di cappero in una nicchia protetta dal vento di un muro esposto a sud di Gandria riassume tutta la straordinarietà del luogo: un lembo di mediterraneo trasposto in una vallata alpina. Scopriamo il cappero e torniamo indietro fino alla preistoria.
Imponente, dai fiori belli e dal portamento curioso, il verbasco ha notevoli proprietà medicinali ma è una pianta poco esigente, che predilige suoli calcarei, soleggiati e secchi. Si trova lungo il Sentiero di Gandria.
Una passeggiata a piedi lungo il fiume per riscoprire, con la nostra mini guida, la bellezza della natura in città dalla foce del Cassarate alla vecchia masseria di Cornaredo. “Ogni passeggiata è piena di incontri, di cose che meritano d’esser viste, sentite. Di figure, di poesie viventi…”. Scrivici per ottenere la guida gratuitamente.
Il profumo dell’hemerocallis, in fiore al Giardino degli odori e in Piazza Castello, vale una passeggiata serale: è durante la notte che il fiore dà il meglio di sé.
Scopri le oltre 42 varietà di zucche coltivate al Parco del Tassino.
Chi lo dice che di zucche ce n’è solo una: grande e arancione, che ad Halloween si illumina e che per Cenerentola si trasforma in carrozza? Scopri il quarto Giardino tematico di Lugano al verde al Parco del Tassino.
Chi non conosce il rosmarino? In giardino o sul balcone, prima o poi tutti l’abbiamo coltivato. Eppure non conosciamo l’estensione, incredibile, delle sue proprietà. Il rosmarino è una delle essenze del Giardino degli odori di Villa Saroli.
La conosciamo tutti per il suoi pregi, è una delle essenze della mazzetto di San Giovanni, è in fiore al Giardino degli odori.
23 giugno: la notte delle streghe e dei druidi, la notte di San Giovanni Battista, quella più corta dell’anno, in cui i nostri antenati raccoglievano le erbe magiche e curative per assicurarsi salute e buona sorte. Le essenze che compongono il mazzetto di San Giovanni sono coltivate al giardino degli odori.
Il suo aspetto, umile e perfettamente integrato nella flora indigena, ha ingannato perfino il grande Linneo che, credendolo tedesco, nel lontano 1753 lo battezzò con un nome fuorviante.