Diario del frutteto: i fichi

Percorrendo il territorio di inizio autunno, non possiamo rimanere indifferenti al dolce profumo dei fichi maturi e al ronzio di api e insetti che lo accompagnano, desiderosi di vincerci sul tempo nella conquista dei frutti. Dobbiamo essere cauti nel raccogliere i nostri beniamini cercando di farci strada tra il mondo alato venuto a far riserva di zuccheri per l’inverno. Ci muoviamo di albero in albero, un po’ come fanno i nostri amici, restando meravigliati dalla diversità di frutti che ci offre il territorio.

Odontites luteus

Lungo il Sentiero di Gandria, l’odontite giallo è uno degli ultimi fiori della stagione, sboccia fino a ottobre inoltrato. Pianta rara ed elusiva, è capace di parassitare le radici di altre specie, sottraendo loro linfa e nutrienti.

Artemisia campestris

Dragoncello, assenzio, abrotano e genepì sono tutte piante del genere Artemisia, che riunisce circa 400 specie. Molte furono usate sin dall’antichità come piante medicinali e alimentari. Lungo il sentiero di Gandria cresce l’artemisia campestre.

Melica ciliata

È una pianta poco esigente, addirittura remissiva. Per sfuggire alla concorrenza si accontenta, di buon grado, dei luoghi meno ambiti, delle fessure delle rocce e dei muretti, in attesa di qualche goccia di pioggia. Ma quando fiorisce prevarica su tutte le altre erbe, travolgendole con il candore sericeo delle sue appariscenti spighette.

Chrysopogon gryllus

Come i grilli da cui prende il nome, la trebbia maggiore ama i prati secchi. È infatti originaria dalle steppe della fascia arida della Siberia meridionale, e dalle nostre parti è specie caratteristica dei prati secchi insubrici.

Silene otites

Con gli insetti intrattiene relazioni del tutto particolari. Assieme all’orchidea Platanthera obtusata, è l’unica specie al mondo che viene impollinata dalle zanzare, follemente attratte dai suoi odori florali. Al contempo è l’unica pianta nutrice in Svizzera della rara falena Hadena irregularis, le cui larve si cibano dei fiori e frutti. Un dilemma per chi vorrebbe coltivare questa pianta minacciata per salvaguardare la biodiversità.

Polygala pedemontana

A livello di nomenclatura botanica la poligala piemontese è un vero rompicapo. Non è chiaro se si tratta di un nome da considerare accettato o piuttosto di un sinonimo. Dal punto di vista etimologico invece è tutto chiaro: Polygala pedemontana non vuol dire altro che “molto latte piemontese”.

Calamintha nepeta

Come molte altre specie della famiglia delle Lamiaceae, anche la mentuccia comune è una pianta aromatica. Il suo profumo ricorda quello della menta, ma è più pungente e canforato, a metà strada tra la menta e l’origano. Raccolta in natura, è usata come condimento in numerosi piatti tipici dell’Italia centro-meridionale.