L’autore della Piccola flora del Sentiero di Gandria

Ritrarre le piante in modo interessante per chiunque, sia per gli esperti sia per chi di botanica ne sa poco, non è un dono di tutti. Nicola Schoenenberger questo dono ce l’ha e l’ha messo a nostra disposizione. Per molti anni, su questo sito, ha raccontato le piante che crescono lungo il Sentiero di Gandria come se fossero buone amiche. Quelle storie botaniche sono diventate la Piccola flora del Sentiero di Gandria, ora in libreria. 

Odontites luteus

Lungo il Sentiero di Gandria, l’odontite giallo è uno degli ultimi fiori della stagione, sboccia fino a ottobre inoltrato. Pianta rara ed elusiva, è capace di parassitare le radici di altre specie, sottraendo loro linfa e nutrienti.

Artemisia campestris

Dragoncello, assenzio, abrotano e genepì sono tutte piante del genere Artemisia, che riunisce circa 400 specie. Molte furono usate sin dall’antichità come piante medicinali e alimentari. Lungo il sentiero di Gandria cresce l’artemisia campestre.

Melica ciliata

È una pianta poco esigente, addirittura remissiva. Per sfuggire alla concorrenza si accontenta, di buon grado, dei luoghi meno ambiti, delle fessure delle rocce e dei muretti, in attesa di qualche goccia di pioggia. Ma quando fiorisce prevarica su tutte le altre erbe, travolgendole con il candore sericeo delle sue appariscenti spighette.

Chrysopogon gryllus

Come i grilli da cui prende il nome, la trebbia maggiore ama i prati secchi. È infatti originaria dalle steppe della fascia arida della Siberia meridionale, e dalle nostre parti è specie caratteristica dei prati secchi insubrici.

Polygala pedemontana

A livello di nomenclatura botanica la poligala piemontese è un vero rompicapo. Non è chiaro se si tratta di un nome da considerare accettato o piuttosto di un sinonimo. Dal punto di vista etimologico invece è tutto chiaro: Polygala pedemontana non vuol dire altro che “molto latte piemontese”.

Trifolium rubens

Con le sue eleganti foglioline allungate e le generose infiorescenze rosso porpora, il trifoglio rosseggiante (Trifolium rubens L.)  è senza dubbio uno dei trifogli più belli della nostra flora. Come numerosi altri trifogli, è un’ottima pianta mellifera e foraggera e, a causa del contenuto in isoflavoni, anche un’interessante pianta medicinale.

Il mistero della Fumana ericifolia

Il Sentiero di Gandria è un luogo frequentatissimo, ma è ancora pieno di misteri. Vi cresce ad esempio Fumana ericifolia Wallr., un minuscolo e grazioso arbusto tuttora confuso con Fumana ericoides (Cav.) Gand., presente solo nell’area mediterranea sud-occidentale. A parte i nomi quasi uguali, le due piante sono distinguibili abbastanza facilmente e l’errore, riconducibile a un’etichetta di erbario sbagliata del 1883 di un campione raccolto presso Mentone, perdura fino ai nostri giorni.

Il ciclamino

A fine estate, camminando nel bosco, è facile incontrare il ciclamino (Cyclamen purpurascens Mill.): la sua tipica corolla purpurea riflessa all’insù lo rende facilmente riconoscibile. Meno noto è il fatto che i suoi frutti maturino sotto terra, come quelli degli arachidi, e che la pianta possieda un tubero velenosissimo, le cui tossine, anche se presenti in concentrazioni minime, sono in grado di stordire i pesci. Non meno sorprendente, infine, è che faccia parte della stessa famiglia delle primule, le Primulacee.

Raponzolo di Scheuchzer

A causa della difficile pronuncia, il  Phyteuma scheuchzeri All. è l’orrore di ogni botanico non germanofono. Ma vederlo al Sentiero di Gandria rimane comunque una sorpresa gradita per chiunque ami i fiori. Era assolutamente dovuto dedicare alcune specie all’illustre medico e naturalista zurighese Johann Jakob Scheuchzer, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo. Fra le numerose conquiste scientifiche di cui gli si deve il merito, ricordiamo che fu il primo a utilizzare il barometro per misurare le altitudini, fu uno dei padri fondatori della moderna cristallografia e fra i primi ad essere in grado di redigere un accurato bollettino meteorologico.