Già il suo nome, vulgare, lo precisa: dove cresce, il ligustro è uno degli arbusti più comuni. Eppure, malgrado questo appellativo che significa frequente o ordinario, è una pianta dalle peculiarità insolite.
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Trifolium rubens
Con le sue eleganti foglioline allungate e le generose infiorescenze rosso porpora, il trifoglio rosseggiante (Trifolium rubens L.) è senza dubbio uno dei trifogli più belli della nostra flora. Come numerosi altri trifogli, è un’ottima pianta mellifera e foraggera e, a causa del contenuto in isoflavoni, anche un’interessante pianta medicinale.
Helianthemum nummularium
Dalla primavera fino in autunno inoltrato, il Sentiero di Gandria è costellato da numerosi fiorellini giallo oro dai petali stranamente stropicciati. È l’eliantemo maggiore (Helianthemum nummularium (L.) Miller), un cespuglio nano della famiglia del cisto, le Cistaceae. Se per i botanici sistematici è un grattacapo a causa delle numerose sottospecie descritte, per gli ungulati è una panacea: ne brucano in gran quantità per liberarsi dai parassiti.
Il garofano selvatico
Simbolo di amore, fascino e distinzione, il garofano è fra i più celebri dei fiori recisi, è il fiore all’occhiello di sposi e galantuomini, superato per importanza economica soltanto dalla rosa. Il garofano selvatico, Dianthus sylvestris Wulfen, certo meno noto di quello coltivato, invece di addobbare il bavero di gentiluomini, orna generosamente quasi tutto il percorso del Sentiero di Gandria.
Il forasacco condensato
La sua diffusione, in Svizzera, è limitata alle valli calcaree del Sottoceneri. Lo troviamo, in quantità, lungo il Sentiero di Gandria.
Anthericum liliago
Sorprende tanto la bellezza dei vistosi fiori bianchi, quanto la scarsità di letteratura scientifica sul suo conto. Ci si aspetterebbe che un tale fiore seduca più di un ricercatore botanico, eppure le informazioni sulla pianta si limitano a lacunosi dati sulla sua distribuzione e su alcune sue caratteristiche genetiche ed ecologiche.
L’iva ginevrina
La lunaria annua
Gli alchimisti credevano potesse trasformare il mercurio in argento, i francesi la chiamano moneta del papa e per gli anglosassoni è simbolo di benessere e prosperità. Scappata dai giardini nei quali è coltivata come pianta ornamentale, dalle nostre parti la Lunaria annua L. è inselvatichita e colonizza bordi di strade e sentieri. Alcuni ne mangiano le foglie in insalata o impiegano i semi, ricchi in sostanze benefiche per il cervello, per preparare salse piccanti simili alla senape.
Il carpino nero
Gli ostrieti del Monte Generoso, del San Salvatore e del Monte Brè rappresentano il limite nord occidentale dell’areale di distribuzione naturale del carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.). Dal Ticino, la specie si estende fino al Caucaso, passando dall’Appennino alla penisola balcanica fino alla Turchia. Questi boschi, senza dubbio i più ricchi in specie del Ticino, erano un tempo favoriti dall’attività umana. Gestito a ceduo, il carpino nero forniva in abbondanza un ottimo legno combustibile.
Il dente di leone insubrico
Specie rara con areale di ripartizione ristretto, il Leontodon incanus subsp. tenuiflorus Schinz & R. Keller è diffuso soltanto lungo il bordo meridionale delle Alpi tra la Lombardia e il Goriziano in Slovenia. La Svizzera ha un’elevata responsabilità per la sua conservazione, in ragione delle popolazioni presenti sulle rocce calcaree del Sottoceneri, come ad esempio lungo il sentiero di Gandria, dove fiorisce a inizio primavera.