Ruscus aculeatus

Pungitopo o agrifoglio? Nel linguaggio corrente è una confusione frequente, un po’ come prender l’abete per pino. A dire il vero la risposta è facile: pungitopo. Lo si infilava in buchi e fessure di dispense e cantine poiché i suoi rami allargati, coriacei e spinosi impedivano ai topi di penetrarvi.

Rhamnus saxatilis

Arbusto spinoso di piccole dimensioni, il ranno spinello (Rhamnus saxatilis Jacq.) è assai raro dalle nostre parti. Siccome ama vivere fra le rocce calcaree dell’area mediterranea – il suo nome lo dimostra – trova, nelle rupi del Sentiero di Gandria, un habitat perfetto.

Ligustrum vulgare

Già il suo nome, vulgare, lo precisa: dove cresce, il ligustro è uno degli arbusti più comuni. Eppure, malgrado questo appellativo che significa frequente o ordinario, è una pianta dalle peculiarità insolite.

Trifolium rubens

Con le sue eleganti foglioline allungate e le generose infiorescenze rosso porpora, il trifoglio rosseggiante (Trifolium rubens L.)  è senza dubbio uno dei trifogli più belli della nostra flora. Come numerosi altri trifogli, è un’ottima pianta mellifera e foraggera e, a causa del contenuto in isoflavoni, anche un’interessante pianta medicinale.

Quei frutti arancioni appesi ai rami coperti di neve

Quando arriva l’inverno e la maggior parte delle piante esce di scena, inizia la stagione dei cachi. Impossibile restare indifferenti di fronte alla loro bellezza, con quei frutti arancioni appesi ai rami coperti di neve.

Ononis pusilla

Pusillus significa minuscolo, ma anche umile e insignificante. Si direbbe che porti bene il suo nome l’Ononis pusilla L., visto che è alta solo qualche centimetro e, forse proprio per questo, non ha mai goduto dell’attenzione di molti scienziati dopo quella di Carlo Linneo che la descrisse nel lontano 1759. Di lei, purtroppo, sappiamo molto poco, se non il fatto che sia piuttosto rara alle nostre latitudini e diffusa solo sui calcari del Sottoceneri e del Vallese. Appartiene alla famiglia delle Fabaceae ovvero delle leguminose.

Il ciclamino

A fine estate, camminando nel bosco, è facile incontrare il ciclamino (Cyclamen purpurascens Mill.): la sua tipica corolla purpurea riflessa all’insù lo rende facilmente riconoscibile. Meno noto è il fatto che i suoi frutti maturino sotto terra, come quelli degli arachidi, e che la pianta possieda un tubero velenosissimo, le cui tossine, anche se presenti in concentrazioni minime, sono in grado di stordire i pesci. Non meno sorprendente, infine, è che faccia parte della stessa famiglia delle primule, le Primulacee.